Adunque è consuetudine appresso di loro, nel far de’ presenti al Gran Cane, che tutte le provincie che lo possono fare,
osservino questo modo, che ciascuno presenti,. nove volte nove
capi: cioè, se gli è una provincia, che manda cavalli, presenta
nove 3Jj volte, nove capi di cavalli, cioè ottantuno. Se presenta
oro, nove volte manda nove pezzi d’oro: se drappi nove volte,
nove pezze di drappi, e cosi di tutte l’altre cose, di sorte che
alle volte a vera per questo conto centomila cavalli. Item in quel
giorno vengono tutti gli elefanti del Signore, che sono da cinquemila, coperti di drappi artificiosamente, e riccamente lavorati
d’oro, e di seta, con uccelli, e bestie intessuti: e ciascuno ha
sopra le spalle due scrigni pieni di vasi, e fornimenti per quella
corte. Vengono dopo molti cattimeli, coperti di drappo di seta,
carichi delle cose per la corte necessarie, e tutti così adornati
passano avanti al Gran Signore, il che è bellissima cosa à vedere.
E la mattina di questa festa, prima, che apparecchino le tavole,
tutti i re^ duchi, marchesi, conti, baroni, e cavalieri, as^trolghi, medici, e falconieri, e molti altri, che hanno offici,
e i rettori delle genti, delle terre, e degli eserciti entrano nella
sala principale avanti il Signore. E quelli, che non vi possono
stare, stanno fuor del palazzo in tal luogo, che il Signor li vede
benissimo, e tutti sono ordinati in questo modo; primieramente,
sono i suoi figliuoli, e nipoti, e tutti della progenie imperiale:
dopo questi sono i re, dopo i re, i duchi; e dappoi tutti gli
ordini un dopo l’altro, come è conveniente. E quando tutti
sono posti alli luoghi debiti, allora, un grande uomo, come sarebbe a dire un gran prelato, levandosi dice ad alta voce: Inchinatevi, e adorate. E subito tutti s’inchinano, e abbassano la
fronte verso la terra. Allora dice il prelato, Dio salvi, e custodisca il nostro Signore ^ per lungo tempo, con allegrezza, e
letizia. E tutti rispondano, Iddio lo faccia; E dice una’altra
volta il prelato. Dio accresca, e moltiplichi l’Impero suo di bene
335. Presenta nove volte. Che il numero nove fosse (lai Tartari reputato
di lieto augurio si desume dall’incoronamento di Gengiscan. Allorchè i regi
proclamáronlo Gran Can dei Mogolli piegarono le ginocchia nove volte dinanzi a lui, il popolo feceli nove genuflessioni accompagnate da acclamazioni e
grida di gioja per attestare al nuovo imperante la sua cieca obbedienza (Petis.
de la Croix vie de Geng. Lib. I. c. iv.).