i noi tre i Cinesi alla povertà de vocaboli eolie voci composte
A ragion d’esempio Mo-qua significa cotogno, Mo-kie mio zoccolo,, IMo-lan una steccata. E ne variano ancora il significato
col trasporne le voci.
Quantunque pretenda il Magaillans che più agevole sia
il Cinese del Or eco, e del Latino, a tal opinione malagevolmente è da annuire, se riflettasi che il differente significato di
tanti vocaboli è costituito da delicate inflessioni di voci, e
che a ciò si richiede non solo pronta memoria, ma una squisitezza dJ orecchio per valutarne le gradazioni, e una pieghevolezza negli organi della parola per esprimerli. Sappiamo per esperienza che a straniero che appari V Italiano è di
non lieve intoppo alla retta pronunzia il distinguere se
lunghe o brevi debbano essere le vocali, come nelle voci credere e temere, o larghe o strette come in queste organo, ozio.
La Grammatica Cinese e di una grande semplicità e
qual si conviene a favella monosillaba. Una stessa voce sì
usa, come sustantivo, come adiettivo, come verbo, secondo il
posto che occupa nella, dizione. Ne allega il seguente esempio il Duhaldo: Hao-gin significa buon uomo, perchè sempre
V adiettivo precede il sustantivo, Gin-li-hao significa bontà
dellHomo. In questa favella il numero dei pia distìnguesi
con una proposizione. Non vi è altro segnacaso che la
voce ti pel genitivo; tre soli pronomi, io, tu, egli, che in
possessivo si cambiano con una particella; il relativo è indeclinabile come il che degl Italiani: altre particelle esprimono il comparativo ed il superlativo. I verbi non hanno
che tre tempi, il presente, il passato, il futuro, distinti da
una proposizione: i pronomi segnano le persone del Verbo, una proposizione il plurale (Du Hald. t. II.p. iò ■ij.
Malgrado la ristrettezza delle voci eia semplicità della
Grammatica Cinese non credasi ch’ essa sia destituía di vigore, e di eloquenza. Egli è vero che questa non consiste
appo loro in un certo ordinamento dì voci armoniche, ma i
Cinesi giungono all eloquenza per vivacità d’espressioni, per
metafore nobili, (di che abbonda una lingua d’ordinario non
ricca) per comparazioni ardite e brevi, per molte sentenze e
citazioni tratte dai loro antichi scrittori, che sono appo loro di
grande autorità, che dicono molto in poche parole, ed il
loro stile è vibrato, misterioso, di difficile comprendimento, e