Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/519

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analisi scrupolosa della Coarta del Salone dello Scudo, che li rappresenta— Dite tavole di confronto delle longitudini e latitudini dei luoghi in delta Carta segnati, col confronto di quelli, che ai medesimi sono assegnati dagli Astronomi e Geografi più moderni — Dettagli sulla citici ili Sayan-fu — Traduzione dall’Inglese di alcuni articoli dette Disseriazioni del Dottor Vincent-P’eryplus ec. relativi alla Caria dei viaggi predetti — Descrizione della citta e contorni di Qìt insai — Copia perfetta (Iella Carta del Salone delle» Scudo -— Note diverse sopr’a l’edizione dei viaggi eli Marco Polo Stor. Milion. p. cxiix. Anche ¡1 Testo dèlia Paragiria può sospettarsi, che non sia la copia, che’Marco Polo diede del suo Milionè al Cèpoy, perchè ivi ove si parla creila figlia di Cavdu (p. 253.) che si pose a cimento con tanti combattitori, manca il nome afèli’ ultimo dèi principi, che lottò con essa, e che leggesi nel nostro, ove è dètto ch’èri» figlio del Re di Palliarle nel Piacciano di Plunar (Marc. Poi. I. p. 211.). Mar. Pòl. T. T. p.i 1. 11. c. Bucherarne: sull’argomehto leggasi Muratori Dissertazioni Italiche (t. 1. p. 3 ()3.) Ib. p. 52. Ove nel nostro leggesi Metrucci, ne\ Parigino lèggesi Mecri\ p. 71.), ohe evidèntemente sono i Mecriti, tri bit tartara cognitissima. Ih. p. 55. Ove leggesi nel nostro’gatta., il Parigino porta gazella (p. 73.) Ih. p. 56. Presto Giovanni in ìndia, manca in India nel Parigino (p. 52») Ih. p. 57. Sihdalui: leggesi nel Parigino Yclifu. Ih. p. 58. Una citta’che si chiama Gavòr: róttamente leggesi nel Parigino Ciati— geinor. Ih. p‘. 71. Tàrtari che sono chiamati Ungrat, leggesi nel Parigino Migrac. Ih. p. 7 3. Di fuori è’vermiglia e bioda: alla nota enunciammo la nostra congettura’ sul color biodo. Nel Parigino leggesi Bloies et jauues; talchè il colore blò, o turchino il nostro volgarizzatore traslatò biodo. Ih. p. 86. Leroide Pelame: ci diè gran travaglio l’esplicare che significasse detta frase ^ e chiaramente se ne raddirizza la lezione col Testo Parigino. Ivi leggesti (p. i4o.)che queste pelli chiamano i Tartari Ics rois des pelain.es: cioè le reine delle pelli. Il volgarizzatore che non coriiprese il significato delle voci prime, perchè forse mal trascritte dall’emanuense del suo Codice, le unì forse credendole derivate dal Tartaro. Potrebbe arricchirsi il Vocabolario della Crusca della voce Pelame, per Pelliccia, ma un vocabolo parlo dell’ignoranza del volgarizzatore., non merita di essere sollevato a gradò eminente d’autorità. Ih. p. 84-. Tostaer, leggesi nel Parigino Toscaor. Il), p. He), che vagliono una medaglia di tornesello piccolo: qui, e in ciò che segue è difficile il trarne senso; ma più correttaè la lezione del Parigino: « qni vaut un menile (la metà) de lorriesel petit, et Cantre est cCun tornesel ancor petit (p. 108).cioè si facevano cedole del valore d’un tornesello ^ e d’un mezzo tornesello. Ih. p. gì. Che OmodeoTassi traesse dal Milione il divisamento di stabilir le poste in Europa, panni che lo dichiari patentemente, l’appellazione di posta, data alla mansione ove stanno i cavalli dal nostro volgarizzatore, che è tuttora quella che si usa per indicare tali stabilimenti. Ih. p. ijti. Un bel Castello che ha nome Caylui: nel Parigino leggesi Cayafu. Ih. p. 11 o. Charagia: questa provincia più rettamente nel Parigino è appellata Caraian. Ih. p. 118. Pare pure d’oro: questa lezione va corretta, pare pura d’oro, dietro la scorta del Parigino: ivi leggesi J’or d’or seularnent.