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Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/313

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DELL'AMOMO INDIANO. 29

do che tenta Dioscoride fuori di proposito, et con esempio altronde preso, dall'uva istessa, dar ad intendere la strettezza de' Rami dell' Amomo, la quale brevissimamente per certo, ma chiaramente poteva mostrare con queste parole. L'Amomo è un picciol arboscello, i rami, et sarmenti del quale, al suo tronco strettamente s'attaccano. Ma se seguiremo la commune lettura de' Latini, dubbio non è, che incorreremo in errore, et inconvenienti vie più grandi de' primi. Leggiamo adunque i Latini.

Amomum est parvus frutex, ex ligno quasi uvæ racemus convolutus in se ipsum.

L'Amomo è un picciol arboscello, dal legno à guisa d'uva in se stesso ravvolto.

Questa lettione è per più d'un capo da rifiutarsi, et perche in particolare tramuta, il senso di Dioscoride, mentre guasta la construttione delle parole; imperoche, come la vera lettione del Greco testo c'insegna, che il grapgolo dal legno in se stesso si ristringe, così afferma per il contrario la lettione Latina, che il frutto è in se stesso ravvolto. Si deve oltre di ciò aborrire la Latina lettura, essendo ella cotanto oscura; poiche da quella più tosto si può congietturare, che certamente conoscere, che cosa volesse Dioscoride significare per queste parole

L'Amomo è un picciol arboscello, dal legno in se stesso à guisa d'uva ravvolto.

Imperoche se de' Moderni l'openione si segue, che dicono l'Amomo haver rami, et surculi, che strettamente al suo tronco s'attaccano; Questa maniera di parlare è oscurissima, et poco proportionata ad esprimere la foltezza de' rami del-


l'Amomo,