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DELL'AMOMO INDIANO. 93

openione, che niuna parte d'esso fosse inutile alle compositioni de gli unguenti, et de gli Antidoti, cioè, nè il follicolo, nè i semi, nè il legno, al quale stà il grappolo attaccato, la cagione di che si fà manifesta dal nostro Indiano racemo; percioche li suoi follicoli, et il legno sono d'Aromatico odore, et d'acrimonia dotati. Non comprende però Plinio sotto questo nome d'uva la pianta dell'Amomo, sì perche l'una dall'altra distingue, cioè l'uva dalla pianta dell'Amomo; sì perche il frutto era certo, et la pianta dell'Amomo incerta, stando che alcuni hebbero pensiero, che fosse la vite Labrusca, et altri stimarono, che fosse uno sterpo mirtuoso, et se bene scrive Plinio, che l'uva è in uso, non esclude però l'uva friata, od il grappolo spezzato, il prezzo del quale poco dapoi dà à conofcere; percioche il grappolo spezzato sotto l'intiero racemo è contenuto, ò come parte sotto il tutto, ò come imperfetto sotto il perfetto; et poi l'uva dell'Amomo era in uso nelle compositioni degli unguenti, come quì presso dal grappolo di Plinio dichiareremo; ma dalle parole di Plinio istesso nascono alcune dubitationi, l'una è, perche habbi Plinio insegnato l'uva dell'Amomo, et habbi tralasciato la sua descrittione, nella qual cosa per stessa strada non è caminato Plinio, per la quale è caminato Dioscoride, il quale prima la descrittione dell'Amomo, et poi diede l'uso dello stesso; A questo dubbio stmo, che satisfar si debba in questa maniera, che Plinio habbia tralasciato la descrittione del frutto dell'Amomo, ò per il desiderio d'esser breve nello scrivere la natural sua Historia, ò perche vedesse, che fosse quel nome d'uva di tanta energia, che à punto fosse espressivo del grappolo in se stesso ravolto; In modo che basti in vece d'una ben chiara descrittione, o pure


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