Pagina:Praga - Memorie del presbiterio.djvu/213

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« — Costui voleva togliermi delle carte che mi preme di mettere al sicuro. Prendi, sorella, eccoti la chiave di un cassetto che troverai in fondo all’armadio; aprilo e levane un involto che esso contiene.

«Obbedii.

«Rosilde soggiunse:

« — Conservale con cura, esse sono la fortuna della mia creaturina. Suo padre, là il signor Angelo, sarebbe capace di rinnegarlo ed è bene che tu possa provargli all’occasione i suoi doveri. Bada Mansueta di non lasciartele uscire di mano.

«Il signor De Boni mi guardava in guisa che pareva volesse mettere in pezzi me e le carte che tenevo in mano.

«Se non ci fosse stato presente Don Luigi credo non l’avrei passata troppo liscia.

«Ma colui è uomo che pensa sempre troppo bene ai casi suoi e sa sempre frenare il suo furore quando questo può essergli dannoso.

«Vedendo che non c’era da farla franca, diè una crollata di spalle ed uscì sagramentando da far traballare la casa.

«Con questa bella grazia egli piantò là quella povera martire che moriva per causa sua.

«Essa non lo trattenne.

«Quando fu uscito si rasserenò; trasse un lungo sospiro. E sorrise di nuovo.

«Ci fe’ segno di sedere vicino al letto: ci prese le mani e ci guardava con grande tenerezza. Non poteva parlare. Era alla fine de’ suoi patimenti.

«Di lì a poco sopraggiunse il dottore che fu spiacevolmente sorpreso di trovare colà don Luigi:

«Ma Rosilde chinò leggermente la testa e sussurrò a fior di labbra: — son io.....