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Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/109

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III

IL DELATORE

     Le orecchie intente, gli sguardi bassi,
tu come un’ombra segui i miei passi:
se un lieve accento muovo al compagno,
ratto ti sento sul mio calcagno,
5Va’, sciagurato! mi metti orrore;
          sei delatore!


     Ma, quando mangi pan guadagnato
con l’abbiettezza del tuo peccato,
la bieca larva del tradimento
10non ti sta presso? non n’hai spavento?
Va’, sciagurato! mi metti orrore;
          sei delatore!


     Il sol la luce dovria negarti;
mai col tuo nome nessun chiamarti,
15ma con quell’altro, che ti dispensa
pane e vergogna sull’empia mensa.
Va’, sciagurato! mi metti orrore;
          sei delatore!