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Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/158

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152 v - da «memorie e lacrime»



     Nella lentata cintola
50l’Ozio le palme caccia,
e languido si spenzola
in fondo alla bisaccia;
l’ambigua Incertitudine
crolla la faccia bianca;
55l’Angoscia a ritta, a manca
l’egro Sospir le vien.


     Se a desco alcun degli ospiti
l’acre salier riversa,
e, per cadente lampana,
60d’olio è la terra aspersa,
ritti gli orecchi e trepide,
in tunicelle oscure,
si serran le Paure
l’una dell’altra al sen.


     65Ecco, le ciglia splendide
di qualche sacro lume,
balza il Pensiero. Ha d’aquila,
d’aquila istinto e piume?
Povero gufo! Gli angoli
70della bisaccia ei fere,
e per le curve sfere
sogna esser ito al sol.


     Quante miserie annidano
nella bisaccia mia!
75Pur v’ha cui rode il fegato
furor di gelosia.
Deh! potess’io, per vivere
due giorni piú tranquilli,
codesti miei gingilli
80gittarli a chi li vuol!