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154 v - da «memorie e lacrime»



     Via pel celeste pelago,
addio, notturna amica!
115L’afflitto cor ti sanguina
pur della piaga antica;
e, mentr’io scherzo e medito,
tu negli eterni giri
d’Endimion sospiri
120le ardenti voluttá.


     Or che la selva imbiancasi
sotto gli argentei raggi,
addio, piangenti musiche
del rosignol sui faggi:
125voi rammentate a un esule,
sazio d’illustri inganni,
i lagrimati affanni
della sua verde etá.


     Che vuoi narrarmi, o lugubre
130tu di pastor lamento,
or che in quell’ampia nuvola
il lunar disco è spento?
Ah! dal montano culmine
precipitò Neera,
135la stella mattiniera,
delle capanne il fior.


     O inconsapevol vergine,
dell’agne tue superba,
straniera al mondo, addormiti
140nel letticciuol tuo d’erba.
Ti daran ombra i salici,
profumo le viole,
raggi la luna e il sole,
e gemiti il pastor.