Oh giovinetta ingenua!
questa è l’etá piú bella,
che il vergin duol alternasi 20col vergine piacer.
Come sorride in limpido
rivo una bianca stella,
cosí nel ciel degli angeli
si specchia il tuo pensier.
25Son tua modesta gloria
semplici e casti vezzi,
un crin lucente, un abito
al par di te gentil;
tua gioia è nel domestico 30orto libar gli olezzi,
che dalle chiome esalano
del giovinetto april.
Tempo verrá che, ai vortici
sonanti della festa, 35ti splenderá di nitide
perle e di rose il crin;
ma, tediata e languida,
reclinerai la testa,
qual chi nel cor desideri 40di quelle gioie il fin.
E, dall’ingrato strepito
ridotta alla tua stanza,
note mescendo e lacrime,
tu canterai cosí: 45«Chi mi ti tolse, o facile
virtú della speranza?
chi mi ti rende, o memore
silenzio de’ miei dí?».