Tutto è diviso, e tutto 50una catena allaccia.
Col procelloso flutto
la bella Iri s’abbraccia;
lá dove il serpe muore,
cresce un leggiadro fiore. 55Ma so ben io che un simbolo
strano ti parlo, e tu nol puoi sentir.
Tu sopra i vulghi spenti
studi la notte e il giorno;
ma l’onda dei viventi, 60che ti susurra intorno,
cieco non guardi; e credi
che l'uom, perché ha due piedi,
con metro egual li eserciti
sulla ripida via dell’avvenir.
65Schiavo al vulgar costume
sogni le etá famose,
punti remoti al lume
delle mutate cose.
A nostra sete mille 70sgorgan vicine stille
dai mille affetti, ond’agita
natura e il fato la presente etá.
Ma tu la bocca strigni,
come schifando; e bieco 75mastichi bile e ghigni,
s’altri, di te men cieco,
tuffa le labbra ardenti
nei zampilli fuggenti,
e sorge, e canta, incolume 80dai vani dardi della tua viltá.