Squilla il corno, ed ecco viene
primamente un giovincello:
trae la spada e in campo tiene 95fosco azzurro un bianco fior.
Era il conte d’Arundello,
che lasciò nel patrio tetto
le ghirlande del banchetto
per i serti del valor.
100Ma una vergine amorosa
ogni sera, a lui pensando,
mestamente si riposa
sotto un memore arboscel,
e ogni sera, lagrimando, 105bacia un fior che ha tra le chiome,
e susurra il dolce nome
del suo conte d’Arundél.
Povera vergine!
Tu di due spade 110le orrende folgori
non vedi uscir!...
Un d’essi pallido
vacilla... e cade!...
Povera vergine, 115tu puoi morir.
Squilla il corno, ed un secondo
si presenta al savoiardo:
lancia in resta e capel biondo,
per boscaglie a lungo errò. 120Dalla furia del suo dardo
non fuggía pennuto o belva:
or le cacce della selva
per le giostre abbandonò.