Lá nelle ardenti stelle 50ritroverem perfette
le immagini piú belle,
che qua ci balenâr.
Le fragili barchette,
che qua tremâro ai venti, 55lá voleran vincenti
per lo infinito mar.
Grazie, o Signor. Poeta,
qual mi volesti, io nacqui.
Errò la debil creta, 60ma non mancai di fé.
Ah! se nei nodi io giacqui
del molle error che nuoce,
pensa, o Signor, che in croce
salisti anche per me.
65Al tuo fulmineo soglio,
sebben mi senta indegno,
sola una stilla io voglio
del sangue tuo recar;
e con quel sacro pegno, 70prosteso a’ piedi tuoi,
discacciami, se puoi,
dal mio celeste altar.
Addio, cisterne e guadi
del nebuloso Egitto! 75Bello è dormir d’Engadi
nella vallea gentil.
Datemi stanza: ho dritto
di riposarmi anch’io
sopra il terren di Dio, 80nel sigillato ovil.