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Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/260

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254 viii - da «storia e fantasia»



     Lá nelle ardenti stelle
50ritroverem perfette
le immagini piú belle,
che qua ci balenâr.
               Le fragili barchette,
che qua tremâro ai venti,
55lá voleran vincenti
per lo infinito mar.


     Grazie, o Signor. Poeta,
qual mi volesti, io nacqui.
Errò la debil creta,
60ma non mancai di fé.
               Ah! se nei nodi io giacqui
del molle error che nuoce,
pensa, o Signor, che in croce
salisti anche per me.


     65Al tuo fulmineo soglio,
sebben mi senta indegno,
sola una stilla io voglio
del sangue tuo recar;
               e con quel sacro pegno,
70prosteso a’ piedi tuoi,
discacciami, se puoi,
dal mio celeste altar.


     Addio, cisterne e guadi
del nebuloso Egitto!
75Bello è dormir d’Engadi
nella vallea gentil.
               Datemi stanza: ho dritto
di riposarmi anch’io
sopra il terren di Dio,
80nel sigillato ovil.