che folti ondeggiano
su’ miei ruscelli. 25Bianco e vermiglio
di rosa e giglio
splendeale il vago
corpo, del par
che nei turchini 30flutti del lago
perle e rubini
soglion brillar.
Tepido un alito
di violetta 35movea dal varco
dei labbri puri.
Come dall’arco
fugge saetta,
uscía la folgore 40dagli occhi oscuri.
L’orma superba
tra i fiori e l’erba
di flauto arcano
prendea virtú. 45Sí fresca e lieve
porgea la mano,
che luce e neve
nol son di piú.
Tutto il misterio 50su quella salma
splendea diffuso
del mondo estinto.
Quant’è di chiuso
tra il cielo e l’alma