235Ma tu sei tristo. Il féretro
de’ tuoi, le perse fole,
fuggita la gioconda
etá che spera e vuole,
tutto ti piaga e inonda 240d’amara morte il sen.
Lieto augellin trillasti
un dí su verde fronda;
di gemiti nefasti
oggi il tuo canto è pien.
245E m’hai cercata, o povero
amico mio, ne’ sogni,
al cielo, alla natura,
in ogni tempo, in ogni
d’artefice figura; 250né mi trovasti ancor.
Guarda nel mio sembiante;
vedimi illustre e pura;
son la romita amante,
che t’è sepolta in cor.
255Volea quaggiú mostrarmiti
sola una volta almeno,
perch’io perpetuo avessi
l’imperio del tuo seno,
e tu nei sacri amplessi 260satollo il tuo desir.
Addio. Sigilli novi
t’ho nella mente impressi:
quaggiú piú non mi trovi;
sii lieto di morir.