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canto secondo 23

— Perché sospendi,
Adolfetto, il tuo giuoco? A chi riguardi
310sì fisamente? Di’; conosceresti
quel signor bruno?
— Se il conosco! e molto
male ei mi fece!
- Che?
— Spinsemi a terra.
— Dove?
— Fuggendo per le nostre sale.
— Tu sogni?
— Babbo mio, deh ! non guardarmi
315sì corrucciato.
— Parla, angelo, parla!
— La mamma corse ed egli era scomparso.
— Ed è quello?
— Sì, quello.
— In lontananza
forse t’inganni.
— Oh no.
— Quando ripassa,
guardalo attento. —
Ripassò Leoni.
320— Dunque?
— Gli è quello! —
Arrigo si coperse
di mortal pallidezza; i polsi un tratto
gli si allentâro; e sotto alla vergogna
sospirò di morire. Il paradiso
della sua vita si chiudea per sempre!
     325Ma dopo gli urti di quel primo affanno,
che ogni forza, ogni senso gli scompose,
dell’aere diffuso al refrigerio,
pietosamente assursero in Arrigo
i secondi pensieri.
— Ella tradirmi!