Varchiam, varchiam, tra i zeffiri, 90tra il sole e la bufera,
varchiam questo spettacolo
di larve, infino a sera.
Ma tu, Signor, prometti
alla mia musa e a me 95che ci darai due salici
e i vispi usignoletti
qua e lá volanti, e molle
sulle fenèbri zolle
l’aura, che vien da te.
100E allor di questo comico
mondo, che mai non tace,
l’amara farsa e i cimbali
ascolteremo in pace;
e, quando fra le scene 105il fischio udrò suonar,
e il fumo delle lampade
ad avvertir mi viene
che la commedia è chiusa,
dirò: — Fra i salci, o musa, 110andiamci a riposar. —
E voi, notturne tibie
dal frassino sonanti,
o rosignoli, al tumulo
trillate i dolci canti. 115E, se alcun pio roseto
su noi germoglierá,
chinate l’ale al tiepido
rezzo odoroso e cheto;
e sotto alla commossa 120cóltrice della fossa
il cor ci batterá.