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Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/291

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xi - meditazione 285



     Varchiam, varchiam, tra i zeffiri,
90tra il sole e la bufera,
varchiam questo spettacolo
di larve, infino a sera.
Ma tu, Signor, prometti
alla mia musa e a me
               95che ci darai due salici
e i vispi usignoletti
qua e lá volanti, e molle
sulle fenèbri zolle
l’aura, che vien da te.


     100E allor di questo comico
mondo, che mai non tace,
l’amara farsa e i cimbali
ascolteremo in pace;
e, quando fra le scene
105il fischio udrò suonar,
               e il fumo delle lampade
ad avvertir mi viene
che la commedia è chiusa,
dirò: — Fra i salci, o musa,
110andiamci a riposar. —


     E voi, notturne tibie
dal frassino sonanti,
o rosignoli, al tumulo
trillate i dolci canti.
115E, se alcun pio roseto
su noi germoglierá,
               chinate l’ale al tiepido
rezzo odoroso e cheto;
e sotto alla commossa
120cóltrice della fossa
il cor ci batterá.