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Pagina:Prato - Il protezionismo operaio - 1910.pdf/105

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Basta l’esposizione di simile sistema, — in cui tanto esattamente vediam rivivere, per opera della società che si vanta pit ultra-mo- derna, lo spirito del vecchio vincolismo medioevalistico e dei suoi scomposti tentativi di equilibrare, con i regolamenti dei mestieri, gli interessi dei produttori, dei consumatori e degli operai — per farci comprendere la assoluta e perentoria impossibilita, per le democrazie australiane, di scostarsi di una linea dalla politica probitiva in fatto di immigrazione. Affinché invero la complicata macchina cosi elaborata non vada subito a rifascio, é primissima condizione la scarsità e la poca varia- bilità dell’offerta della merce-lavoro, che costringe gli industriali a ; subire le dure condizioni di giorno in giorno aggravate dalle leggi e dalle coalizioni operaie. I proletari australiani conoscono della storia economica una sola verità: quella che si riferisce alla ineficacia, mille volte sperimentata, di qualsiasi, severissima fissazione legisla- tiva dei prezzi o dei salari, ove il mercato rimanga aperto e libero. si sanno benissimo che, dischiuse le porte, cadrebbe nel nulla, da un dì all’altro, tutto il bagaglio di provvedimenti intervenzionistici con cui i loro governi si sforzarono di procedere a ritroso delle leggi economiche naturali e del buon senso.

In tale stato di cose, la guerra all’immigrante, più che il comple- mento logico, si presenta come la pietra angolare precipua dell’in- tero edificio. Troppo agevolmente si spiega che nel tenerla desta e nell’inasprirla il mondo operaio concentri tutte le sue forze.

Anche da un altro punto di vista, del resto, scriveva uno degli uomini di stato che pit caldeggiarono le esclusioni, la negazione della porta aperta a tutti i bianchi é inseparabile dal tipo socialistico su cui Si foggiano sempre pit le democrazie australiane. Ammesso il principio dell’assistenza obbligatoria ai disoccupati, ai vecchi, agli inabili, agli indigenti, non é legittimo che una società sottoponga ad una selezione accurata gli ospiti, verso i quali sarà costretta ad esercitare simili doveri (1). Resterebbe, per dir il vero, a dimostrare che il principio, perfettamente logico, non sia per lo meno altrettanto dannoso al benessere nazionale; ma di ciò poco si preoccupano quei condottieri di sindacati, le cui vedute non superano il breve orizzonte del tornaconto immediato di classe.

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  1. (1) Cfr. W. Pemper Reeves, State experiments in Australia and New Zealand, vol. II, pag. 353 e segg.
  2. 13 dicembre 1907, si leggono in A. H. Lengen, Australian Socialism. Londra, 1909, ; pagg. 183 e segg., 296 e segg.