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Pagina:Prato - Il protezionismo operaio - 1910.pdf/113

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nothing », il grande partito democratico foggiato in organizzazione segreta, a tipo fanaticamente protestante e nazionalistico. Nato in parte come reazione alle influenze cattoliche lentamente diffuse dal moltiplicarsi formidabile dell’elemento irlandese, era naturale che V'imponente forza politica si schierasse senza esitare nel campo av- verso all’immigrazione, di cui illustrava con una instancabile propa- ganda, a base di suggestive pubblicazioni statistiche, i pericoli morali e sociali (1), levando sulla propria bandiera il motto: « America for the Americans ».

Dopo un periodo però di strepitosi successi, dovuti in buona parte, pili assai che al contenuto religioso del suo programma, al- l’odio che gli operai locali incominciavano a concepire contro gli stra- nieri per ragioni di concorrenza, il partito rapidamente decadde; an- che perché la questione schiavistica assumeva importanza prepon- derante nelle preoccupazioni della nazione e la guerra di secessione arrestava per parecchi anni quasi completamente l'afflusso migra- torio. Ma il ritorno della pace non tardò a riattivare le sospese cor- renti, favorite dal governo, che, per colmare i vuoti prodotti dal con- flitto e dar nuova spinta allo spirito di intrapresa, penso d’adottare la politica incoraggiatrice di cui ricordammo un saggio caratteristico nell’atto del 1864. E l’immigrazione incominciò da allora un’impres- sionante curva ascendente, la quale, non interrotta dalla revoca del- l'atto avvenuta nel 1868, ne porto il totale da 193.448 arrivi annuali nel 1864 a 788.992 nel 1882.

L’ingigantire del fenomeno doveva tuttavia risuscitare tra il pro- letariato locale l’agitazione in senso ostile, esasperata di continuo dall’esempio di numerosi scioperi finiti disastrosamente causa l’in- tervento del lavoro straniero. Onde alle legislature locali ed al con- gresso piovvero le domande di misure proibizionistiche.

Qualche provvedimento di tal fatta avevan sperimentato già, per dire il vero, i singoli Stati (2); ma con scarso frutto sempre, sia perché la Corte suprema ne contestava la costituzionalità in base ai vigenti trattati, non ostante i sotterfugi di cui venivano vestiti; sia perché era illusione credere che essi potessero raggiungere lo scopo finché rimaneva libero l’ingresso nei vicini territori, ai residenti nei quali la costituzione riconosceva libertà di circolazione e di soggiorno.

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  1. (1) Cfr. Sypney G. Fisuer, “ Alien degradation of American character , in Forum, vol. XIV (gennaio 1893), pag. 608 e segg.
  2. (2) Cfr. G. Dracr, Le migrazioni del lavoro, pag- 45, e Mayo Surin, Emigration and immigration, pag. 217 e segg.
  3. 8. — Prato