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Pagina:Prato - Il protezionismo operaio - 1910.pdf/115

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ditori di chiamare dall’estero operai unskilled con semplici promesse di impiego. Onde le perduranti proteste condussero ben presto alla codificazione ed all’inasprimento di tutte le misure precedenti nella legge del 3 marzo 1891, che aggiungeva alle classi di immigranti proibiti, gli indigenti, i malati ripugnanti o contagiosi, i poligami, e quelli che arrivavano con biglietto di passaggio pagato da altre persone; e che proibiva l'incoraggiamento all’emigrazione con mani- festi ed avvisi diversi dai semplici prospetti dei noli e degli orari delle compagnie di navigazione. L’atto disponeva inoltre un più efficace funzionamento degli uffici d’immigrazione; lato tecnico del problema, a cui provvedevano ancor meglio due altre leggi del 1893 e 1894, l'ul- tima delle quali portava pure la tassa di ingresso a un dollaro per capo.

Sorgeva intanto una nuova, formidabile agitazione per la con- quista di un articolo aggiuntivo che, nella mente dei proibizionisti, doveva ottenere gli effetti raggiunti in troppo scarsa misura dai san- citi divieti. Le statistiche degli arrivi mostravano che, mentre decli- navano le correnti anglo-sassoni e germaniche, crescevano invece a dismisura quelle provenienti dalle regioni meridionali ed occidentali d’Europa, latine e slave, offrenti una percentuale altissima (quasi il 50 per cento) di analfabeti. Chiuder Je porte a coloro che non si dimostrassero capaci di scrivere in qualunque lingua una corretta domanda parve magnifico espediente per dimezzare le forze del temuto nemico, liberando in special modo il mercato di quelle masse infe- riori che rappresentavano per il proletariato locale i concorrenti più pericolosi. Onde intorno all’illiteracy text si concentrd e divampò ben presto furiosa la battaglia delle opposte tendenze. Dal 1893 al 1903, non meno di 7 proposte di legge importanti l’aggiunta degli analfa- beti all’elenco degli esclusi furono approvate dall’uno o dall’altro ramo del parlamento; e, nel 1896, si ottenne perfino l’accordo di en- trambe le camere su tale principio, che non divenne legge unicamente per il veto del presidente. Ma, pur resistendo su questo punto essen- ziale, il governo non oso rifiutare al partito esclusionistico qualche concessione, dopo specialmente che Il’ Immigration investigation com- mission nel 1895 e l’Industrial commission del 1901 ebbero, nei loro rapporti, riconosciute le lacune della legislazione vigente. Onde si giunse all’atto 1° luglio 1903, che, unificando e completando le dispo- sizioni precedenti, mirò a correggerne i difetti ed intensificarne l'azione.

In forza dell’art. 4°, la tassa d’ingresso su qualsiasi straniero (a eccezione dei cittadini del Canada, Guba, Messico e Terranova) era portata a 2 dollari, incaricandosi dell’esazione le compagnie di