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rispetto all’antica. Degli 857.046 individui sbarcati nel 1903, soltanto
il 14.6 per cento era costituito di operai abili, il 10.6 di lavoranti agri-
coli, il 10.8 di domestici, il 37.4 di braccianti e il 23.3 di persone
senza occupazione fissa; ma la proporzione degli operai esperti al
totale era di 4 su 3 fra gli inglesi, su 6 fra gli italiani del nord, e gli
scandinavi, su 5 tra i tedeschi, su 8 tra gli italiani del sud, su 9 tra
i greci, su 44 tra gli irlandesi, su 43 tra i magiari, su 19 tra i croati
e sloveni, su 24 tra i finni e i lituani, su 25 tra gli slovaechi. I pro-
venienti dal settentrione o dall’occidente d’Europa (appartenenti alle
razze teutoniche, celtiche e in parte latine) presentano complessiva-
mente il 4 per cento di analfabeti nel 1904, con un massimo del 12.6
tra gli italiani del nord ed un minimo di 0.7 tra gh scandinavi; quelli
del mezzogiorno o dell’est (slavi, finni, iberici, latini) toccano il 42.6
per cento, con un massimo di 67.5 tra i portoghesi ed un minimo
del 9.8 tra gli spagnoli. Quanto al danaro portato con sé dagli immi-
granti, sono gli scozzesi che raggiungono il massimo con doll. 41.54
per capo, seguiti subito dagli inglesi con 38.90, dai giapponesi con
38.59, dai francesi con 37.80, dai greci con 27.78, dai tedeschi con
28.53, dagli italiani del nord con 22.49, mentre i russi non ne recan
che 14.94, 14.50 gli irlandesi, 14.34 i siriaci, 13.98 i cinesi, 13.06 i
finni, 12.54 i croati e slavoni, 11.69 gli slovacchi, 10.5 i ruteni,
10.47 i portoghesi, 10.39 i magiari, 9.94 i polacchi, 8.84 ghi italiani
del sud, 8.67 gli israeliti e 7.96 i lituani (1):
Indici tanto evidenti di inferiorité non possono a meno di rive- larsi e ripercuotersi negli effetti della nuova immigrazione sulla vita sociale del paese. Un’alterazione profonda ne risulta anzitutto, dopo un certo numero d’anni, nella fisionomia etnica nazionale, che perde ben presto, per l’imponente aggiunta di abitanti d’altro sangue e per i frequenti connubi con essi, le sue impronte tradizionali.
Oltre poi a modificare la purezza del tipo nazionale cogli ele- menti che introduce, una immigrazione siffatta influisce potente- mente su di esso per l’ostacolo che costituisce all’arrivo di genti pit omogenee, scoraggiate dal pericolo di una concorrenza incompatibile col loro pit elevato tenor di vita. Già si osserva, notava il dott. Mi- chaud (2), che il tipo brachicefalo, proprio delle razze mediterranee ed alpine, tende a prevalere nei distretti ove si addensarono in mag- gior copia le nuove falangi migratorie, e ciò a scapito di quel geniale
Spirito di gagliarda iniziativa e di assidua operosità che, per chi