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Pagina:Prato - Il protezionismo operaio - 1910.pdf/128

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Considerazioni non meno istruttive si ricavano dall’esame del fenomeno in rapporto al problema della pubblica assistenza. I] totale dei ricoverati e curati negli ospedali dei principali centri dell’immi- grazione (e quindi delle maggiori citta) risulta per oltre il 50 per 100 di stranieri, al cui numero crescente si deve se molti di tali istituti versano in gravi difficolta finanziarie (1). L’ignoranza e la trascura- tezza delle masse analfabete, che si agglomerano nei più luridi quar- tieri, sono cause potenti di diffusione di morbi. Pullula e si moltiplica in quelle tane una gente infetta, la cui influenza fisica sul popolo futuro non potrà se non rivelarsi depressiva del vigore e delle sane energie della nazione (2). Indigenza e pauperismo assumono, tra questi miserandi rifiuti del corpo sociale, diffusione allarmante (3).

Ma é lecito inoltre farli in larga misura responsabili dell’ esten- dersi di simili mali tra i nativi, perché ben spesso chi cade in indi- genza non é l'immigrante, bensì colui che dalla sua concorrenza vien privato di proficua occupazione.

Ad ogni modo é fuor di dubbio che gli stranieri forniscono, in paragone dei nativi, una proporzione tripla di indigenti, ciò che rende socialmente costosissima la loro presenza nel territorio unito (4). Né altrimenti potrebb’essere, stante la ripugnanza che essi ogni di meglio dimostrano a distribuirsi nelle campagne, onde alle loro agglomerazioni sopratutto si deve l’esacerbarsi rapidissimo della piaga urbanistica. Dal Census del 1900 appare che il 74,9 per 100 dei russi, il 62,6 dei polacchi, il 62,4 degli italiani, il 62 degli irlandesi vivono nelle 160 principali citta, mentre gli immigranti delle razze un tempo prevalenti prediligevano e ancora ricercano le occupazioni agricole. La proporzione poi degli stranieri o figli di stranieri alla popolazione totale degli slums era del 77 per 100 a Baltimora, 90 a Chicago, 91 a Philadelphia e 95 a New York. La quasi totalità di tale popolazione apparteneva alle stirpi del mezzogiorno e dell’oriente

europeo (5).



  1. (1) Cfr. Publications of the Immigr. restr. league, n. 40.
  2. (2) Gfr. T. Daruineron, “ The medico-economic aspect of the immigration problem , in North-American review, 21 dicembre 1906.
  3. (3) Gfr. R. Hunter, Poverty. New York, 1904, capo VI, “ The immigrant ,, e K. H. Cracuorn, “ Immigration in its relation to pauperism ,.in Annals of Ameri- can Academy of political and social science, vol. XXIV (luglio 1904) p. 185 e segg.
  4. (4) Cfr. Hatt, Immigration, pag. 160 e segg.
  5. (5) Cfr. Report of the Industrial Commission, vol. XV, pag. 449 e segg.,e “ The italians in Chicago , in Bulletin of the Department of Labor, n. 13 (novembre 1897).