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Pagina:Prato - Il protezionismo operaio - 1910.pdf/130

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mento che la popolazione dei penalmente condannati, dei ricoverati dalla pubblica assistenza, degli indigenti a carico della pubblica carità fu, per ogni milione di persone e rispetto alle varie nazionalità, la seguente: polacchi, 4.580; austriaci, 4.805; russi, 5.202; germa- nici, 5.662; ungheresi, 6.792; inglesi, 7.160; scozzesi, 7.288; ita- liani, 9.877; francesi, 10.864; irlandesi, 16.624. Cid non autorizza evidentemente l’asserto che italiani, russi ed austriaci debban dare necessariamente il maggior contributo alla criminalità ed al paupe- rismo. Essi invece, fatta una media, conservano in ciò una superio- rità notevole sulle razze anglo-sassoni, teutoniche e celtiche, la cui venuta é generalmente accolta di buon grado e ritenuta desiderabile.

Pil grave problema é quello di vedere se questi nuovi emigrant siano altrettanto suscettibili di concorrere allo sviluppo della nuova patria coll’attività intelligente e feconda di cui i loro predecessori delle razze nordiche diedero, per un secolo intiero, insigne esempio.

A rispondere equamente occorre anzitutto tener conto della tra- sformazione intellettuale che il nuovo ambiente produce sopra que- sti fighi del mezzogiorno, in tanta parte originariamente analfabeti. Sembrera assurdo il dirlo; ma le statistiche ufficiali constatano che i figli degli stranieri danno alla frequentazione delle pubbliche scuole una percentuale più alta che non i figli dei nativi; il 71 per cento in media, contro il 65 per cento appena. Piu sorprendente ancora un altro fatto: dei censiti 30.404.762 figli di nativi superiori a 10 anni, 1.737.050 (il 5,7 per cento) erano classificati, nel 1900, come illetterati; dei 10.958.863 figli di stranieri, appena 179.384 (14,6 per cento) risultavano tali.

La diffusa istruzione, come é fattore capitale di assimilazione, giova pure in massimo grado ad alimentare le attitudini di produt- tività economica delle giovani generazioni, rendendole preziosi coef- ficienti del benessere del paese. Per apprezzare, in base a criteri positivi, influenza che nella vita interna, economica e politica, esse possono esercitare, conviene istituire un sommario confronto fra i 42 stati in cui risiede la grandissima maggioranza di esse (New York, Pensylvania, New-Jersey, Connecticut, Massachusetts, Ohio, Illinois, Jowa, Michigan, Wisconsin, Minnesota, California, che contengono il 50 per cento della totale popolazione della Confederazione e 1’84 per cento dell’obiectionable class) e il resto del territorio dell’ Unione. Badando alla produzione dell’agricoltura e delle principali industrie, si scorge che la ricchezza approssimativa realizzata nel 1900 fu di dollari 6.832.000.000 in questi 12 stati, mentre non raggiunse che 4.537.000.000 nei rimanenti, con una proporzione rispettiva di dol- lari 179,31 e 119,98 per abitante. E’ vero che gran parte di questa