Vai al contenuto

Pagina:Prato - Il protezionismo operaio - 1910.pdf/138

Da Wikisource.

- 138 -


tenga conto soltanto della prima generazione. Certo é però che, se gli americani del 1860 avessero dichiarati undesirables le falangi di lavo- ratori fuggenti le carestie irlandesi, o avessero considerati rifiuti pericolosi gli operai germanici, scandinavi ed inglesi, più d’una fio- rente città industriale sarebbe tuttora un piccolo centro agricolo sperduto fra le praterie e le foreste, e 1 figli di quegli estranei, frater- namente ospitati, non fornirebbero oggi all’ Unione la parte più ope- rosa e più intelligente della sua popolazione.

Sulla teoria delle superiorità organiche di razze, corrispondenti a peculiari caratteri fisici di colore, di statura o di forma del cranio, non occorre ripetere quanto osservammo parlando del movimento an- t-mongolico. Solo aggiungeremo che, dal punto di vista economico, una forte infiltrazione di popoli_ per tradizione e attitudini prevalen- temente agricoli può rivelarsi altamente profittevole in un paese cosi ricco di capitali e di terre, se con aiuti adeguati si sappia trarre par- tito dei preziosi elementi, che solo l'ignoranza e la mancanza di mezzi tengono agglomerati, in condizioni di ripugnante abbrutimento, nei più infetti quartieri delle citta.

Quanto all’accusa del Walker rispetto all’azione deprimente del- l'immigrazione sul quoziente di natalità, basterà ricordare la gran massa di dati raccolti dal Leroy-Beaulieu a sostegno della tesi da lui contrapposta a quella di Malthus: che la prosperità progrediente tende a ridurre di continuo le nascite in tutti i paesi più civili e più democratici (1). Il fatto, che sembra incontestabile, anche se non si vogliano accogliere tutte le conseguenze che ne deduce il geniale eco- nomista francese, rimane affatto indipendente dall’esistenza in un paese di masse immigrate, e si accentua anzi tanto più quanto mag- giore vi é il benessere delle classi operaie locali, quindi quanto minore é la concorrenza esercitata da estranei lavoratori. Nel caso speciale che ci occupa, del resto, basterebbe l’esempio dell’ Australia, dove, dalle leggi di esclusione in poi, la rata interna di natalità declina precipitosamente (2), per far ritenere illusoria la speranza di indurre: a maggior buon volere procreativo il proletariato locale collo sfratto dei competitori d’oltre oceano.

Tutto sommato dunque , e se pure non si possano dichiarare privi di qualsiasi fondamento alcuni dei timori rispetto ai quali ci studiammo di esporre imparzialmente le opposte vedute, le incertezze

a cui danno luogo e le obbiezioni che suscitano rimangon troppo nu-



  1. (1) Gfr. Trattato teorico-pratico di economia politica (trad. it.) in “ Biblioteca dell’Economista ,, s.° 4°, vol. II, pag. 777 e segg.
  2. (2) Cfr. The Economist, 1904, 11 marzo, n. 3159.