Vai al contenuto

Pagina:Prato - Il protezionismo operaio - 1910.pdf/157

Da Wikisource.

- 157 -


soggiorno degli immigranti non subisce menomazione di sorta fuor- che in precauzioni di polizia. In tutti gli altri stati d’Europa prevale generalmente il regime restrittivo, applicato, secondo i luoghi, con metodi e severità diversa.

Limitata in Spagna alla raccomandazione fatta alle autorità di adoprarsi « perché nelle fabbriche e negli opifici ’operaio spagnolo abbia la preferenza », ed alla esclusione dei forestieri dai lavori fer- roviari (legge 20 luglio 1900), la tendenza si manifesta chiaramente in Russia cogli wkase, che prescrivono agli imprenditori di non ac- coglier operai d’altra nazione se ciò possano evitare, che impongono a tutti gli stranieri impiegati nelle fabbriche in Polonia un esame di lingua russa o polacca e che proibiscon l’impiego di estranei nelle costruzioni ferroviarie di Stato (1)

Anche in Turchia, dove pure il basso livello delle mercedi non stimola certo ’immigrazione, divengon frequentissimi i capitolati di appalto governativi includenti l’obbligo di valersi di mano d’opera indigena; prescrizione resa effettiva dal severo controllo esercitato a mezzo dei passaporti interni. La Danimarca ammette lo straniero soltanto previa indagine se Sia capace di provvedere alla sua sussistenza con un lavoro onore- vole, e lo espelle dopo 8 giorni se non ha trovata occupazione o se, per suo volere, sia rimasto senza lavoro (2).

Malta, con ordinanza che risale al 1881. costringe l’immigrante a dichiarare, colla malleveria del suo console o d’un suddito britan- nico residente nell’isola, che non ricadrà mai a carico del governo o degli abitanti, o ad eseguire, in difetto, un deposito di 10 a 50 st (3)

Ma dove la guerra allo straniero ha assunte forme più barbare, traducendosi in una legislazione d’inaudita violenza, è in Rumania. Il 23 gennaio 1902 il ministro Sturdza presentd due progetti, l’uno riguardante il regolamento della polizia rurale, l’altro la ricostituzione delle corporazioni, entrambi d’un rigore feroce. Il primo dovette

essere modificato, perché avrebbe suscitate le rimostranze degli Stati



  1. (1) Cfr. Drage, La questione operaia in Russia (trad. ifgl.), in “ Biblioteca del- l!'Economista a» Serie IV, vol. 5°, parte 2°, pag. 745 e sege. %
  2. (2) Cfr. Guariatia, La concorrenza del lavoro straniero net paesi d’ Europa, citato.
  3. (3) Cfr. P. Granpr, “* Le isole di Malta e Gozzo e la colonia italiana » in Emi- grazione e colonie, 1903, vol. I, parte 2*, pag. 227 e segg.