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Pagina:Prato - Il protezionismo operaio - 1910.pdf/49

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degno del nome sottoscriverebbe oggi senza riserve alla categorica e sicura conclusione dello Spencer (1). Dato poi che si volesse acco- gliere la ottimistica dottrina, confortata in ogni ramo della zoologie da numerosi fatti, secondo la quale, nella fusione di due razze, si perfezionano e si combinano i pit vigorosi caratteri di entrambe (2), rimarrebbe assai dubbio se la minacciata infusione di estraneo sangue potrebbe recare germi di degenerazione o stimoli di rinnovamento alle popolazioni bianche del Pacifico. Certo é ad ogni modo che parlar di inferiorita organica, fisiologica od intellettuale, sembra, trattandosi di giapponesi, tesi alquanto ardita (8). Come non si pud accogliere senza un sorriso la stupefacente ingenuita di quegli scrittori ameri- cani, i quali recano come esempio di ottusita e imperfezione costitu- zionale nelle stirpi miste il caso dei meticci filippini, che, dopo essere insorti contro la Spagna, non si peritarono di capitanare la rivolta anche contro il provvidenziale governo dei.nuovi conquistatori (4).

Ma, astraendo dal campo biologico, dubbi ben pit gravi ci assal- gono rispetto all’antitesi necessaria che altri vorrebbe ravvisare tra le mentalita delle due razze, ed alla impossibilita che ne deriverebbe di una qualsiasi comunanza di vita civile.

Un curioso contrasto si avverte anzitutto a tal proposito fra gli argomenti che si adducono a favore dell’esclusione cinese e quelli che mirano a contrastare l’immigrazione giapponese.



Il figlio del Celeste Impero, si é affermato per molti anni, rap- presenta un pericolo, perché rifiuta ostinatamente di fare qualsiasi

(1) Cfc. in proposito J. Finot, Le préjugé de races. Parigi, 1905, pag. 247 e segg.

(2) Gfr. in proposito le teorie del De Quarreracss, esposte in J. Novicow, L’avenir de la race blanche, 2° edizione. Parigi, 1902, pag. 47 e segg.

(3) Cfr., rispetto a questo lato del problema, l’interessante articolo di E. A. Ross, “The causes of race superiority , in Annals of American Academy of political and social science, XVIIL (1901). A tale proposito il Gowen osserva: “ La questione della definitiva assimilazione é una di quelle di cui é difficile parlare con qualche cer- tezza. I giapponesi stessi sono a un tal punto essi medesimi il risultato di una fusione, avendo in sé combinati gli elementi degli ainu, mongoli, malesi e negriti, che un’infusione di sangue bianco non é probabile possa diminuire la loro vitalita, qualunque sia l’effetto che inversamente il sangue giapponese potrebbe avere sul caucasico. assolutamente certo, dopo la dimostrazione che ne ha data il D.r Guuick nella sua Evolution of Japanese, che le differenze tra giapponesi e americani non sono biologiche ma sociologiche, dovute all’ambiente assai pit che a immutabili leggi fisiologiche. Ad ogni modo l’elemento giapponese @ troppo scarso per poter avere effetti apprezzabili nell’alterazione del tipo americano ,. Cfr. The problem of oriental immigration in the State of Washington, citato.

(4) Cfr. Russet Mc-Cu.toca Story, * Oriental immigration into the Philippines , in Annals of American Academy of political and social science, XXXIV, 2, p. 168 e seg. Sul valore dei meticci in genere, cfr. J. Finor, Le préjugé des races, pag. 261 e segg.

4. — Prato.