Pagina:Prose e poesie (Carrer).djvu/106

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tarsi dal più alto dirupo col capo innanzi. Che cosa è un’orazione? Sorridono al vedere come altri vi si apparecchi raccogliendo i pensieri, e studiando nell’ordine con cui sia da disporli. Le odi? Essi le fanno un paio per volta. Pensate se vogliono andare a rilento nel giudicarne!

Ma non era meglio per voi starvene con Sangaride tutte l’ore? Non vi è tolto godere la festa di Cibele, quando essa, veneranda negli atti, passa sul proprio carro; ma perchè venirne furtivi al suo culto? Le lettere sono di loro natura destinate a gustarsi da tutti; ma non è da ognuno il professarle: e chi si voglia mettere a questo deve porvisi di proposito. Dico ciò con animo di assennare chi ancora non è caduto nel delirio del povero fanciullo di Frigia, che quanto agli altri, che hanno di già cominciato ad urlare e saltare pe’ boschi, la sarebbe fatica gettata il dar loro consiglio alcuno. Per essi è il solito ritornello: povero Ati! Ati meschino!


XV. ANTEO.

Anteo era figliuolo a Nettuno e alla Terra, e regnò sulla Libia. Chi cerca la spiegazione dei simboli mitologici nella storia stimerà facilmente che i dominii di questo re abbracciassero contrade terrestri e marittime, di che veggano gli eruditi. Quanto a me, che mi studio di trarre gli enti dell’antica mitologia a significazione moderna, ossia di distendere a tutti i tempi ciò