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del naufrago non aveva mai chiuso occhio. Ad una fiera scossa, che fe suonare i battenti della finestra, una delle fanciulle erasi desta gridando: Avemmaria! E Alessandro, sognando, erasi lasciato scappare interrottamente le voci: aita, papà mio! — Poi erasi raccolto di nuovo a dormire.

La dimane la vedova era accorsa alla spiaggia. Sola, questa volta, e aveva avuto il coraggio di lasciare i fanciullini che ancora dormivano. Pareva accorrere ad una chiamata, così ne andava a passi solleciti ed assicurati. Il mare, non ancora rimesso dalla notturna burrasca, ne veniva con lunghe onde affilate ben entro terra, e la povera donna non si accorgeva di toccare coi piedi l’ultime spume.

Ma che cerca ella, curva sulla sabbia? È un non so che, ch’ella studiasi di sviluppare dall’aliga che lo rinvolge, un non so che di lucente. Che cosa? Una croce: la croce d’oro, che portava al collo il marito, e che il mare le volle restituire, quasi un annunzio venutole di là dal mondo, da colui ch’ella aveva tanto pianto e desiderato.

Non mi hai dunque affatto dimenticata? Non è rotta ogni corrispondenza fra noi? Afferrava convulsa la croce, la baciava, la puliva, la ribaciava. Egli mi ti ha mandato! Egli! Oh io sapeva che non dovevi lasciarmi così sola, senza nessuna novella! E non badava che il mare, ad ogni ora ingrossando, le avesse coperto pres-