Pagina:Prose e poesie (Carrer) III.djvu/47

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Grandissimo adunque e il profitto che trar si paò dal pensare alla faccia opposta a quella che ci è conceduto vedere, e che pur ci ha in ogni cosa; grandissimo dico è un tale profitto, anche per chi usa questa cautela intorno le cose che gli sono proprie, ma più grandissimo egli è per colui che le cose considera nei loro due opposti aspetti prima ancora che gli siano proprie. Quanti folli desiderii, quante cattive scelte non derivano solamente da ciò, che si è voluto considerare r oggetto da un solo lato, senza punto abbadare al lato opposto? Un tale esame, quando succeda alla scelta, ne conduce ad aver pazienza; fatto che sia prima, com’è di ragione, ne insegna a moderare le nostre speranze, e indirizzare l’opere nostre secondo ciò che può tornare più acconcio alla nostra felicità. Quando avrai bene inteso che la gloria ha sempre alle calcagna l’invidia, forse che ti gioverà di restartene dimenticato a godere nella tua solitudine il puro diletto della meditazione: e quando anche ti avvenga di correre, trascinato da nobile impulso, un cammino tutto sparso d’insidiosa lubricità, ci passerai sopra come un uomo che sa di andarne a disagio, e non a somiglianza di quelli che della rosa vorrebbero soltanto la fragranza e il colore, e maledicono il ritorno della primavera a cagione di una qualche spina che gli ha trafitti.

Lo scoprire il rovescio, ossia ciò che è opposto a quello che ti sta dinanzi, non è poi di quella