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Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/101

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ficile il dimostrare esservi una letteratura, che si crede procedere pel miglior cammino deri vando i proprii principii dalla teorica del controstimolo, e via via discorrendo, quella prodigiosa varietà, che non vogliamo dir discrepanza, che si trova nei giudizii relativi alle fisiche infermità si potrebbe di leggieri riscontrare anche in quelli che si riferiscono alle morali. Ad un sol capo ora vogliamo restringerci; a quella letteratura cioè che ha riscontro colla medicina così detta omeopatica.

È proprio di questa medicina il distribuire le dosi dei proprii rimedii ad una menomezza si mostruosa da restarne maravigliati. Si crede dai settatori di questa dottrina, che bene scelta ed apparecchiata che sia la materia del rimedio, il proporzionarla alle bisogna del malato tanto si faccia con più avvedimento, quanto la cautela è maggiore. Ci hanno dunque ricette di un granellino pressochè impercettibile di non so che sostanza, sobbissato in più secchie d’acqua, della quale mirifica infusione le labbre riarse dell’ammalato non assaggiano oltre a tre o quattro gocciole per volta. Che se una di quelle gocciole, che a milioni e milioni concorsero a liquefare il minutissinio granellino, soverchiasse alla dose prudentissimamente assegnata, oh chi può abbastanza descrivere il risico, a cui sarebbero posti i giorni dell’infelice, che si provò d’ingoiarla!