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Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/108

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ra che il solo bene apparisse, e se ne andasse in dileguo tuttociò che non fosse bene? Sopravvivono all’uomo tanto le sue virtù quanto i suoi difetti, e il lume di quelle rende più visibili questi: ecco lezione di qualche utilità per miglioramento della specie umana. Sicchè diansi pace le nostre sentinelle de’ cimiterii, e lascino passare il necrologo col suo doppio fardello di lode e di censura. Veggano bene, e ciò è giusto, che la lode avanzi la censura, e questa si faccia in modo proporzionato alla condizione di genti che non possono rispondere, e per nulla giovarsi di postumi ammaestramenti. Si accheteranno a questa composizione i signori critici? Se no, confessiamo di non saperne propor loro alcun’ altra che ci sembri migliore.

XVII.

DIFETTI DEI GIOVANI LETTERATI DEL NOSTRO TEMPO.

Tu entri in un ginepraio da non uscirne che a gran fatica e con poco onore. Tanto è voler dichiarare uno per uno i difetti de’ giovani letterati del nostro tempo, quanto descriver fondo a tutto l’universo. E forse peggio. Questi giovani di fatti abbracciano coll’avida fantasia il mondo tutto, e più là; anzi ove ha termine il possibile, ivi apresi il campo opportuno alle loro