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Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/11

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mene? Come del basilisco, che, secondo l’opinione volgare, affascina colle occhiate.

Un’osservazione mi venne fatta frequentissimamente intorno al gesto, e ne fo parte a’ miei cari lettori, afinchè ne rinnovino l’esperimento, e, trovatala vera, se ne giovino contro a’ malvagi. In generale, i gesti che precedono le parole sono i più ingenui, quelli che le seguono, i meno sinceri. Dico in generale, perchè anche questa regola è soggetta a molte eccezioni. Il gesto che precede la parola è più repentino, e la subitaneità è nemica dell’artifizio. Il gesto che d’ordinario precede la parola è più esprimente l’interno commovimento dell’animo, in quanto che la parola non ne ha per anco scemata la intensità procurandogli uno sfogo. Per questa ragione quell’acuto maestro di pittura, che, dopo averle eccellentemente assegnato lo spazio a soggetto delle sue finzioni, pur voleva accordarle un qualche dominio sul tempo, ha ingegnosamente notato come da certi movimenti del corpo, che imprimono una data alterazione al vestito, è possibile argomentare la passione che sta per irrompere; e quindi dichiarò come, oltre al rappresentare il presente, si possa ancora rappresentare per certo modo il futuro. I gesti all’incontro che sucredono al discorso hanno sempre uu Don so che di artifizialo, sono per lo più ripetizioni di quello si è detto, caricano la passione, esagerano il sentimento, e tendono a riaccendere