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Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/121

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attesa la contingibilità somma degli avvenimenti che si presuppongono, è anche sommamente pericoloso per quella specie di scortesia che dimostra, almeno nell’apparenza, chi nega ad altri fiu anco la possibilità del far bene. Ma esaminiamo un poco pazientemente la sostanza di siffatte lodi, senza contentarci di rimanere alla sola corteccia.

Non sarebbe egli vero che in questi encomii prodigati sotto la condizione di ciò che poteva accadere, e, come a dire, in ispirito di profeta, ci avesse un qualche pascolo la nostra malignità, o per lo meno quella certa ritrosia che sentono gli uomini per la più parte, a lodare a pieva bocca i loro fratelli? In quel mentre che andiamo dicendo ciò che altri poteva fare, non veniamo senz’accorgerci ad annoverare minutamente quello che altri non fece? È celebre un’ottava di un moderno licenzioso poeta, nella quale sono malignamente accennate l’imprese che un monarca (da cui per altro quel cosi franco poeta tirava stipendio, o di cui almeno brogliava la protezione) ebbe in animo di fare e non fece. Questi discorsi, ue’ quali si pesa il merito di tale o tal altra persona, e, come s’è detto, degli scrittori singolarmente, sono presso a poco del tenore di quell’ottava. Con quanto coraggio dopo siffatte lodi apparenti non si viene a notare i difetti, avendo accaparrata con quel panegirico preventivo più che sufficiente credenza al-