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Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/129

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II.

L’ARTE E L’ARTISTA.

Bene sta il tuo entusiasmo, o pittore, o musicante, o poeta, fino a tanto che distencli sulla tela i colori, che immagini cantilene, che accozzi rime; ma quando, deposto il pennello, lasciato il pianoforte, messa da parte la penna, li conduci fra le persone a parlare di bel tempo, di passeggi, di prime recite, ti convime mostrarti tutt’altro, e tornar uomo fra gli uomini.

Questo discorso, che nella sua conclusione troppo solleva e troppo deprime la condizione degli artisti, in quanto li fa da più e da meno degli altri uomini, si tiene comunemente dalle persone pensando di proferire sentenza molto assennala. E forse che, veduta nella corteccia delle parole, senza studiarne gran fatto il significato, possa aversi per tale con qualche giustizia. Ma chi si faccia a specolarvi un po’ addentro, e a tradurre, per cosi dire, il senso racchiuso in quelle parole, vengono esse ad esprimere presso a poco cosi: cessi il pittore d’esser pitlore, musicante il musicante, poeta il poeta, e via discorrendo. Ora, come si può ottener questo da chicchessia; e quando ciò non fosse impossibile ad ottenere, con qual ragionevolezza si può