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Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/131

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sumerne un altro, o come una ghirlanda che si depone perchè coll’acuto suo odore non dia fastidio alle delicate narici d’una signora? Anche qui non mi sembra che gli uomini adoprino giustamente. Fin tanto che le opere d’arte lusingano i vostri sensi, distruggono la vostra noia, alimentano la vostra malinconia, volete trovar nel artista singolarità, entusiasmo, passione; guai s’egli nulla immaginasse di comune, se nulla vi ripetesse di quanto avete tutto il di sotto gli occhi! Terminato che avete di contemplare il quadro, di ascoltare l’arietta o la sinfonia, di leggere i versi; guai a quella singolarità, a quell’entusiasmo, a quella passione, che vi ha tanto allettato, e che fu da voi chiesta con tanto insistente desiderio! Mandate allora l’artista a prender aria fuori della porta, a passeggiar nel giardino, a discorrere colle nuvole e colle fontaue, o, s’egli vuole rimanersi tra voi, gl’ingiugnete di cessare dal detto al fatto da’ suoi sentimenti, dalle sue fantasie, di lasciar in somma d’esser quello ch’egli è, d’esser tale, quale si conveniva ch’ei fosse a provvedere ai diletti e ai conforti della grave e monotona vostra esistenza.

C’è però chi soggiugne a questo discorso: venga egli pure tra noi il figlio prediletto del la natura, ci venga colla sua fantasia, col suo entusiasmo, co’ suoi colori, colle suc note, colle sue rime; solo che si contenti che le sue idee