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intrinsecata nell’artista, egli è vero, e dere trasparire anche dal lacero saio, e dal modesto parlare; deve dirsi di lei come d’Erminia:
Non copre abito vil la nobil luce
E quanto è in lei d’altero e di gentile,
E fuor la maestà regia traluce
Per gli atti ancor dell’esercizio umile;
ma deve tralucere, non balzar fuori impetuosa e arrogante. Chi si mostra troppo abbondante a parole è vecchio proverbio che viene povero ai fatti ma le parole, nel giudizio di chi rettamente discerne, sono indizio de’ fatti. Discreziome, torno a dire, discrezione negli artisti quando lasciano il loro studio, e in quelli che non sono artisti quando hanno a trattare con essi di cose che non sono l’arte. Anche l’artista è uomo; ma l’artista non sorge al comando dell’uomo.
III.
RAGGUAGLIO DELLE MENZOGNE DEGLI SCRITTORI.
Ufficio degli scrittori parrebbe dovesse esser quello di raddrizzare le torte idee dei lettori, spogliarli di sentimenti riprovevoli, e arricchirli di onorati in generale impadronirsi degli auimi