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Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/146

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cutamente un amico nostro notava in questo proposito: l’uomo d’ingegno vede le cose per analisi, l’uomo di genio per sintesi; questa mi par la cagione per la quale l’uomo di genio è più veloce nel ragguagliar cosa con cosa e nello spiare la occulta armonia che lega il tutto. Affaticato da questa velocità necessaria è raro che l’uomo di genio riesca scrittore compiuto, perchè è sempre maggiore il volume della concezione, che la somma delle parole.

E tuttavia lo stile degl’inventori nella sua rozzezza avrà sempre alcun che di espressivo e calzante, che indarno si cercherebbe nelle lambiccate scritture di chi lavora di tarsia, giovandosi degli altrui pensieri. E soggiungerei, se non fosse che io temo un po’ spinta la frase, ci hanno alcuni errori molto più fecondi di utilità alla specie umana, che non sono per avventura talvolta le verità stesse. La verità, s’è già detto, non è possibile che si palesi nella sua interezza al nostro intelletto; l’ommissione o lo scambio di una idea intermedia, bene spesso non più che di una parola, imprime il carattere di sofisma ad una proposizione, che dovrebbe per altra parte riceversi da chicchessia come assioma de’ più incontrastabili.

Egli è forza pertanto di conchiudere che ci hanno alcuni ingegni, i quali non si devono pesare con la bilancia medesima onde molti altri; e a questo fine è da esaminare l’indole di quegli in-