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Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/148

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sto mi sembra propriamente il mio caso. Anonimi e maschere sono tutt’uno; s’intende egli però subitamente e da tutti che cosa significhi questa proposizione? La lettura paziente del mio articolo vi darà modo a pronunziare il giudizio.

Anonimi e maschere hanno ambidue l’intenzione di occultare la propria persona, e, se non sempre esser presi per altri da quelli che sono, spargere, non foss’altro, un qualche dubbio sull’esser loro. Fin qui la cosa, come suol dirsi, cammina co’ suoi piedi. Le maschere nou si usano sempre per cagione di scherzo, e gli anonimi si fingono molte volte tali per tutt’altro motivo che di scherzare. Anche qui non c’è che dire. Ma chi si mette la maschera al viso con altro animo che di divertirsi o di divertire è, tolti alcuni singolarissimi casi, poco di buono: dobbiamo dir la stessa cosa anche degli anonimi? Qui comincia l’anonimo ad esser altro dalla maschera, e la cosa domanda una qualche considerazione.

Chi si mette nella condizione dell’anonimo, dovrebbe pensare, nè più ne meno, alla inaniera di quello che vuol porsi in maschera. Suolsi d’ordinario aver per le maschere riguardo maggiore che non si abbia comunemente per le persone che si mostrano col proprio viso: in modo eguale gli anonimi possono, o pretendono di potere esercitare una maggiore autorità sopra l’animo dei lettori. Ma egli accade talvolta che, o