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Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/154

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della lode e la persuasione di meritarla proporzionati al grado della fatica impiegata, per cui gli uomini sommi nominati poc’anzi, e quegli altri moltissimi de’ quali si potrebbe narrare lo stesso, essendosi travagliati più lungamente, e direm anche più duramente in quegli studii, pei quali meno erano dalla propria indole indirizzati, in quelli per ciò stesso si credono meritar più che negli altri. Questo discorso ha gran parte di vero, e quando nell’opere dell’umano ingegno si avesse a mirare soltanto all’intenzione e all’alacrità adoperata nell’attuarla, non ci saria che ridire; ma tutti sappiamo, e sanno senza dubbio meglio di noi gli uomini celebri per qualsivoglia guisa di cognizioni, che in questo fatto si bada agli effetti anziché alle intenzioni e alla intensità del lavoro. Le teologiche controversie, nelle quali logorò quel suo grande intelletto Isacco Newton, non gli avrebbero punto fruttato di fama, benchè vi si desse con tutta l’anima; e alle critiche mosse alla Gerusalemme dal Galileo si passerebbe sopra senza avvertirle, tuttochè al loro autore sembrassero molto aggiustate, se non potesse esser creduto capace di arrestare il corso alla fama di un uomo chi aveva saputo sospendere il cammino del sole.

E da considerare, cltre a ciò, che l’opinione dell’amico mio non potrebbe aver forza che in alcuni casi, quando cioè fosse discorso d’opere