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Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/185

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sempre palese alla nostra intelligenza, un vincolo insolubile fra tutte quante mai sono le umane cognizioni; e quindi potersi bensi dare, attesa la imperfezione della nostra mente, che una tale verità riesca vana a rischiarare in noi e far più piena l’intelligenza di un’altra, ma non che possa in nessun caso concorrere ad oscurarla e farla minore. Quando avviene che due idee, che si trovano vere egualmente prese una per volta, messe che siano a riscontro fra loro scambievolmente si nocciano, egli è da conchiudere, o che nou furono messe fronte a fronte in quel modo che si conveniva, o che chi si pone a quell’esame non ha la veduta abbastanza fina a conoscere il legame che passa fra loro. Simili casi possono accadere, e accadono, pur troppo anche agli uomini dotati del più acuto discernimento, e della più retta maniera di giudicare.

Ma quelli i quali costantemente sono inintelligibili possono mai supporsi provveduti di una bella merce di cognizioni, e quindi chiamarsi convenientemente, giusta la frase volgare, magazzini o emporii di cose? Io dico magazzino o emporio quel luogo donde, secondo il bisogno, posso trarre quando una, quando altra cosa; ma il luogo che le contiene poste alla rinfusa, e da cui mi convien togliere, non ciò che mi occorre, ma ciò in cui m’imbatto, è da me chiamato con tutt’altro nome. Questi tali, anzichè molte co-