Vai al contenuto

Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/205

Da Wikisource.

201

nologico, ma non importa). In questo tempo medesimo pubblicò pure de’ versi anacreontici (chi gli ha veduti?) e attese alla traduzione di Omero. Cadde l’impero; e Monti non lasciò di celebrare la caduta dell’idolo che aveva incensato, dettando il Ritorno d’Astrea. Con che tanta indignazione si concitò per parte degl’Italiani, che (indovinate?) avendo l’Accademia della Crusca ad accrescere il suo Vocabolario, senza badare alla riputazione del Monti e alle preghiere che questi gliene fece, nol chiamò (per cagione di quel Ritorno) a parte dell’opera. Il poeta infuria, e dà fuori la Proposta. La prosa di lui è facile, leggiadra, abbondante, scorrevole, mais sans force et sans énergie. (Così ne parve anche al povero Natanar! E prima di lui al De Coureil e consorti). Maritaggio quindi della figlia col conte Perticari, noto all’Italia par quelques ouvrages de polémique littéraire (freddure!). Morto nel 1828, la sua riputazione da indi si attenuò come un eco lontano, c tale doveva essere il destino dell’uomo debole, i cui lavori furono presso che tutti inspirati dalla paura e dall’orgoglio; la sua vita politica, letteraria e privata furono misere a un modo, non potendo la gloria che il circondava preservarlo dall’universale disprezzo.

Non mi fermerò a spremere da questo grappolo di spropositi l’amaro succo di derisione che si potrebbe la dimostrazione di certi er-