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Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/35

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V.

LE ALLEGORIE.

Le allegorie sono un trovato della debolezza, la quale propria essendo, secondo diversi gradi, di tutti gli uomini, può dirsi ch’esse allegorie, dal più al meno, siano un bisogno generale alla nostra specie. Due guise d’allegorie possiamo distinguere: quelle che aiutano l’intelligenza di un concetto; e quelle che la ritardano a fine di farlo passare liberamente là donde vorrebbesi escluso. Dal che si vede essere uno pur sempre l’ufficio dell’allegorie, quello cioè di agevolare la comunicazione del vero tra gli uomini, ma opposto il modo ch’esse adoprano, secondo la difficoltà deriva o dalla imperfezione propria alla nostra natura in generale, o dalla perversità e dalla prepotenza delle intenzioni di alcuni individui. Ci limiteremo a parlare delle allegorie della prima specie.

Non essendo la mente umana destinala a conoscere il vero nella sua interezza, e il cuore degli uomini a riposarsi in quel godimento che da tal conoscenza sarebbegli cagionata, ci avvezziamo per tempo, e possiamo dire inavvertitamente, ad avere una grande riverenza per tuttociò che ne si manifesta sotto apparenze misteriose ed inappressabili alla nostra ragione.