Pagina:Proverbi, tradizioni e anneddoti delle valli ladine orientali.djvu/13

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osservarsi, che si fanno vedere più le Gannes che i Salvans e che questi ultimi sono più pelosi e di naturale più cattivo che le loro mogli, perciò essi non vengono che rare volte a contatto cogli uomini, restando per lo più internati nei densi boschi, cui essi non abbandonano che poche volte. Tanto più mansuete ed affabili sono invece le Gannes, le quali non contente di mostrarsi fuori dei loro rifugi si mettono perfino ad assistere le padrone nei loro lavori domestici, nei quali esse si mostrano molto abili e destre. Hanno gran paura dal tuono nello stesso modo, come gli uomini selvaggi del sudest della 1Germania dal cacciatore salvatico^). Eimarchevole è la loro predilezione per le pecore.

Non si può dubitare, che nei primi tempi tanto Salvans quanto Gannes siano stati tenuti in maggior considerazione che non più tardi; è cosa assai probabile, che come presso i Komani Silvanus così anche nella valle Ladina i Salvans si venerassero come dei benigni e protettori degli alberi de’ boschi, prendendo essi diletto speciale delle piante rigogliose 2, ed in pari tempo si considerassero loro quali esseri, che a cagione della loro quasi continua dimora nelle folte e quiete boscaie avessero in se qualche cosa di „ misterioso, orrido e spaventevole incutendo così all’uomo terrore per potergli recar del danno. La forza gigantesca dei Salvans è indizio sicuro, che la loro natura è consimile a quella dei fauni giganteschi e dei mostri selvaggi, mentre le Gannes per la destrezza ed abilità, che fanno apparire nei diversi lavori, s’avvicinano più alle „ donne savie ** dei Germani 3 e sembra fuor di dubbio, che le

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  1. cfr. Grimm, Mythologie 1. p. 452.
  2. cfr. Handbuch der Religi(^n und Mythologie der Griechen und Romer, p. SOS, von H. W. StoU; Leipzig, Teubner 1864.
  3. Nell’opera»Wanderungen durch Tirol und Vorarlberg*, Stuttgart, Gebruder Kroner, alla p. 161 troviamo quanto segue:,Die Mànner hiessen Salvan (invece di Salvans), die Weiber Gannes. Von letzteren hat auch noch ein Bach Ru de gannes in beiden genannten Thàlem seinen Namen. Sie sahen aus wie grosse Affen, waren stark, am ganzen Korper behaart, und hatten lange Nagel an den behaarten Fingem. Dieselbe Sage, die in vielen Ziigen der vom wilden Mann in Deutschland gleicht, traf ich auch im Fassathale. Mi rincresce di non poter acconsentire a