28 Erminion gli fe donare ancora
Molte cose leggiadre alla moresca:
Il messaggier partì sanza dimora
Colla risposta, e non par che gl’incresca:
La qual risposta Ganellon rincora,
Come il nocciolo arà tosto la pesca10,
E come cento trentamila avea
Di cavalieri, e come e’ si movea.
29 In pochi dì ritornò il messaggieri,
Ed al suo Ganellon si rappresenta.
Gan la risposta lesse volentieri,
Quando sentì di centomila e trenta.
Disse il messaggio: O signor da Pontieri,
Di quel che m’hai promesso or mi contenta;
Erminion non vuol di lui mi lagni,
E mostrò i don c’ha ricevuti magni.
30 Gan gli donò quel che promesso avea,
E tutto pien d’allegrezza era quello;
A Montalbano, a Guicciardo scrivea,
Che ne veniva Orlando e ’l suo fratello,
E presto sarà in Francia: e ciò facea
Per certa astuzia il maladetto e fello,
Perchè tenessin la terra e le mura
Più sprovvedute, e stien sanza paura.
31 Intanto Erminion si mette in punto,
Apparecchiò navili in quantitate;
E com’ e’ vide il vento per lui giunto,
Subito furon le vele gonfiate;
E giorno e notte non si posa punto:
Le navi a salvamento son giostrate,11
E in pochi dì questa brigata magna
Si ritrovava ne’ porti di Spagna.
32 Fu la novella subito a Marsilio,
Come in Ispagna è venuta gran gente;
Maravigliossi di questo navilio,
E cominciava a temer fortemente:
Ebbe consiglio, e tutto il suo concilio,
E manda imbasceria subitamente,
Che lo debba avvisare Erminione,
Della venuta sua che sia cagione.