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144 il morgante maggiore.

28 Erminion gli fe donare ancora
     Molte cose leggiadre alla moresca:
     Il messaggier partì sanza dimora
     Colla risposta, e non par che gl’incresca:
     La qual risposta Ganellon rincora,
     Come il nocciolo arà tosto la pesca10,
     E come cento trentamila avea
     Di cavalieri, e come e’ si movea.

29 In pochi dì ritornò il messaggieri,
     Ed al suo Ganellon si rappresenta.
     Gan la risposta lesse volentieri,
     Quando sentì di centomila e trenta.
     Disse il messaggio: O signor da Pontieri,
     Di quel che m’hai promesso or mi contenta;
     Erminion non vuol di lui mi lagni,
     E mostrò i don c’ha ricevuti magni.

30 Gan gli donò quel che promesso avea,
     E tutto pien d’allegrezza era quello;
     A Montalbano, a Guicciardo scrivea,
     Che ne veniva Orlando e ’l suo fratello,
     E presto sarà in Francia: e ciò facea
     Per certa astuzia il maladetto e fello,
     Perchè tenessin la terra e le mura
     Più sprovvedute, e stien sanza paura.

31 Intanto Erminion si mette in punto,
     Apparecchiò navili in quantitate;
     E com’ e’ vide il vento per lui giunto,
     Subito furon le vele gonfiate;
     E giorno e notte non si posa punto:
     Le navi a salvamento son giostrate,11
     E in pochi dì questa brigata magna
     Si ritrovava ne’ porti di Spagna.

32 Fu la novella subito a Marsilio,
     Come in Ispagna è venuta gran gente;
     Maravigliossi di questo navilio,
     E cominciava a temer fortemente:
     Ebbe consiglio, e tutto il suo concilio,
     E manda imbasceria subitamente,
     Che lo debba avvisare Erminione,
     Della venuta sua che sia cagione.