13 Diceva Orlando: E’ non è ancora spento
Il fuoco, Carlo, ch’arder potre’ancora:
Se tu l’uccidi, io non sarò contento,
Rinaldo ne verrà sanza dimora:
Vedi che Gan già fatto ha tradimento,
E sanza lui non puoi vivere un’ora.
Carlo dicea: Traditor non fu mai,
E ciò c’ha fatto è perchè m’ama assai.
14 E tu te l’hai recato in sulle corna,4
Tu e Rinaldo, perch’egli è fedele,
E dì nè notte già mai non soggiorna
Di spegner chi contro a me fu crudele.
Partissi Orlando, e stando un poco, torna,
E disse: Io giuro alle sante Vangele,5
Che se tu uccidi, Carlo, il mio cugino,
Io ti farò della vita tapino.
15 E trasse fuor la spada Durlindana,
E colla punta una croce fe in terra,
E ’n su la croce poneva la mana,
E dipartissi, ed uscì della terra;
Ma la regina savia Gallerana
Pregava insieme col sir d’Inghilterra
E ’l duca Namo, Ulivieri, e ’l Danese,
Ch’almen la morte gl’indugiassi un mese.
16 Carlo le forche in sul fiume di Sena6
Fece ordinare, e ciò che fa mestiero;
Gan traditor grand’allegrezza mena,
Perch’e’ pensò riuscissi il pensiero:
Tutta la corte di sdegno era piena.
Rinaldo e Ruinatto il suo scudiero
Intanto a Montalbano era tornato,
E Ricciardetto suo non v’ha trovato.
17 E scrisse a Astolfo come il caso stava,
Che l’avvisassi, e stessi provveduto,
Però che molta gente ragunava,
Per dare a Ricciardetto presto aiuto:
Astolfo d’ogni cosa lo ’nformava,
E come Carlo gli avea conceduto
Un mese tempo a mandarlo alla morte;
Ma duolsi sol ch’Orlando non è in corte.