64 Vedendosi venuto il porco addosso,
Gli dette in su la testa un gran punzone40,
Per modo che gl’infranse insino all’osso,
E morto allato a quell’altro lo pone:
Gli altri porci, veggendo quel percosso,
Si misson tutti in fuga pel vallone;
Morgante si levò il tinello in collo,
Ch’era pien d’acqua, e non si muove un crollo.
65 Dall’una spalla il tinello avea posto,
Dall’altra i porci, e spacciava il terreno;
E torna alla badia, ch’è pur discosto,
Ch’una gocciola d’acqua non va in seno.
Orlando, che ’l vedea tornar sì tosto
Co’ porci morti, e con quel vaso pieno,
Maravigliossi che sia tanto forte;
Così l’abate: e spalancan le porte.
66 I monaci veggendo l’acqua fresca,
Si rallegrorno, ma più de’ cinghiali;
Ch’ogni animal si rallegra dell’esca;
E posono a dormire i breviali41:
Ognun s’affanna, e non par che gl’incresca,
Acciò che questa carne non s’insali,
E che poi secca sapessi di vieto;
E le digiune si restorno a drieto.
67 E ferno a scoppia corpo42 per un tratto,
E scuffian43, che parien dell’acqua usciti;
Tanto che ’l cane sen doleva e ’l gatto,
Chè gli ossi rimanean troppo puliti.
L’abate, poi che molto onore ha fatto
A tutti, un dì dopo questi conviti,
Dette a Morgante un destrier molto bello,
Che lungo tempo tenuto avea quello.
68 Morgante in su ’n un prato il caval mena,
E vuol che corra, e che facci ogni pruova,
E pensa che di ferro abbi la schiena,
O forse non credeva schiacciar l’uova;
Questo caval s’accoscia per la pena,
E scoppia, e ’n sulla terra si ritruova.
Dice Morgante: Lieva su, rozzone45;
E va pur punzecchiando collo sprone.