69 Io ti dono le chiavi in sempiterno
Della mia vita, e tien tu il core e l’alma,
Io vo’ che il nostro amor si facci eterno;
Tu se’ colei che l’ulivo e la palma
M’arrechi, e che mi cavi dello inferno,
E la tempesta mia converti in calma.
E non potè più oltre Orlando dire,
Tanta dolcezza gli parea sentire.
70 Chiariella a Copardo ritornava,
Ed ordinò che la notte seguente
Rinaldo venga, ed Orlando cavava
Di fuor della prigion segretamente;
Ed a Rinaldo un messaggio mandava,
E scrisse che venissi arditamente;
E soggiugnea queste parole appresso:
Giunta la lettra, sia impiccato il messo.
71 Rinaldo, ch’a questa opera era attento,
Aveva in punto già le genti armate,
La lettera ubbidiva a compimento;
Al messo sue vivande ebbe ordinate,
E fecegli de’ calci dare al vento:12
Poi se n’andò alla porta alla cittate,
Quivi trovava insieme armati in sella
Copardo con Orlando e Chiariella.
72 Preso la porta, levorno il romore:
A sacco, a sacco! alla morte, alla morte!
E muoia l’Amostante traditore,
E’ suoi seguaci, e tutta la sua corte!
Il popol si destò tutto a furore,
Vide i nimici già drento alle porte,
E chi fuggiva, e chi per arme è corso,
Chi si nasconde, e chi chiama soccorso.
73 L’Amostante si desta spaventato,
E sente tanta gente e tante grida;
Subito alcun de’ servi ha domandato:
Che vuol dir questo che il popolo strida?
Il me’ che può si lieva, e fussi armato,
E corre come cieco sanza guida:
E non sapea lui stesso ove e’ si vada,
Chè avea smarrita e la mente e la strada.