33 Così vanno costoro alla ventura:
Usciron della Francia incontanente,
Passoron della Spagna ogni pianura:
Tra Mezzodì ne vanno e tra Ponente.
Lasciàngli andar, che Cristo sia lor cura,
E tratterem d’un Saracin possente,
Che inverso Barberia facea dimoro;
Era gigante, e chiamato Brunoro:
34 O ver cugin carnale, o ver fratello
Del gran Morgante ch’avea seco Orlando,
E Passamonte e Alabastro, quello
Ch’Orlando uccise nel deserto, quando
Il santo abate riconobbe, e fello
Contento, il parentado ritrovando:
Brunor, per far dei suoi fratei vendetta,
Di Barberia s’è mosso con gran fretta.
35 Con forse trentamila ben armati,
E tutti quanti usati a guerreggiare,
Alla badia ne vengon difilati,
Per far l’abate e’ monaci sbucare;
E tanto sono a stracca6 cavalcati,
Che cominciorno le mura a guardare:
E giunti alla badia, drento v’entraro,
Chè contro a lor non vi fu alcun riparo.
36 Il domine messer, lo nostro abate
La prima cosa missono in prigione.
Disse Brunoro: Colle scorreggiate7
Uccider si vorrà questo ghiottone;
Ma pur per ora in prigion lo cacciate,
Riserberollo a maggior punizione:
Cagione è stato principale, e mastro,
Che Passamonte è morto e Alabastro.
37 Rinaldo in questo tempo alla badia
Con Ulivieri e Dodone arrivava:
Vide de’ Saracin la compagnia,
E del signor, chi fusse, domandava.
Brunor rispose con gran cortesia:
Io son dess’io, e se ciò non vi grava,
Ditemi ancor chi voi, cavalier, siete.
Disse Rinaldo: Voi lo ’ntenderete.