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126 il morgante maggiore.

97 Adunque in Babillona Antea si resta,
     E fu da tutto il popol vicitata,
     E non si potre’ dir con quanta festa
     Da’ cittadin costei fussi onorata;
     E la corona real tiene in testa,
     E la città parea risuscitata.
     Rinaldo si posò quivi alcun giorno,
     E tutti insieme poi s’accomiatorno.

98 E con molti sospir cercando vanno,
     Se potessin trovar per Pagania
     Orlando, e dove e’ cerchin già non sanno;
     A Monaca n’andâr di compagnia,
     E Greco e Chiarion qui trovato hanno,
     E domandâr quel che d’Orlando sia;
     Rinaldo rispondea, che ’l suo fratello
     Si partì per disdegno dal castello.

99 Molto di questo Greco e Chiarione
     Si dolsono, e così la damigella,
     E mandono spiando assai persone,
     Per le città, per ville e per castella,
     Se si trovassi il figliuol di Milone,
     Nè altro mai che di lui si favella;
     E Greco e Chiarion molto onoravano
     Rinaldo e gli altri, perchè assai gli amavano.

100 Così con Chiarion lasciamo un poco
     In Monaca costoro a riposare;
     Astolfo andava d’uno in altro loco,
     Sanza saper dov’egli abbia arrivare,
     Come falcon che s’è levato a giuoco,
     Ed ha disposto paese vagare,
     E non tornare al suo signor più a segno,
     Sì come spesso avvien per qualche sdegno.

101 Così faceva il nostro paladino,
     Tanto che in Barberia già si ritruova,
     Dov’era una città d’un Saracino,
     Ch’avea trovata una sua fede nuova;
     Non crede in Cristo, non in Apollino,
     Non Macometto o Trivigante appruova,
     Anzi adorar fa sè, ch’era gigante
     Molto superbo, e detto Chiaristante.