97 Adunque in Babillona Antea si resta,
E fu da tutto il popol vicitata,
E non si potre’ dir con quanta festa
Da’ cittadin costei fussi onorata;
E la corona real tiene in testa,
E la città parea risuscitata.
Rinaldo si posò quivi alcun giorno,
E tutti insieme poi s’accomiatorno.
98 E con molti sospir cercando vanno,
Se potessin trovar per Pagania
Orlando, e dove e’ cerchin già non sanno;
A Monaca n’andâr di compagnia,
E Greco e Chiarion qui trovato hanno,
E domandâr quel che d’Orlando sia;
Rinaldo rispondea, che ’l suo fratello
Si partì per disdegno dal castello.
99 Molto di questo Greco e Chiarione
Si dolsono, e così la damigella,
E mandono spiando assai persone,
Per le città, per ville e per castella,
Se si trovassi il figliuol di Milone,
Nè altro mai che di lui si favella;
E Greco e Chiarion molto onoravano
Rinaldo e gli altri, perchè assai gli amavano.
100 Così con Chiarion lasciamo un poco
In Monaca costoro a riposare;
Astolfo andava d’uno in altro loco,
Sanza saper dov’egli abbia arrivare,
Come falcon che s’è levato a giuoco,
Ed ha disposto paese vagare,
E non tornare al suo signor più a segno,
Sì come spesso avvien per qualche sdegno.
101 Così faceva il nostro paladino,
Tanto che in Barberia già si ritruova,
Dov’era una città d’un Saracino,
Ch’avea trovata una sua fede nuova;
Non crede in Cristo, non in Apollino,
Non Macometto o Trivigante appruova,
Anzi adorar fa sè, ch’era gigante
Molto superbo, e detto Chiaristante.