122 Quel messaggio le stimite faceva,13
E dice: Tu debbi esser qualche pazzo.
Astolfo un’altra volta gli diceva:
Ritornati al signor, dico, al palazzo.
L’oste si tacque e nulla rispondeva;
Disse colui: La cosa va di guazzo;
Questo poltron riprende il signor nostro!
Lascia ch’io torni e fiagli l’error mostro.
123 Vanne al signor com’un gatto arrostito
Subito, e ’nginocchiossi il damigello,
E dice ciò ch’egli aveva sentito.
Disse il signor: Chi fia quel ladroncello?
E’ sarà qualche matto ch’è smarrito:
Ma l’oste non rispose nulla a quello?
Disse il sergente: E’ s’intendea con lui;
E non mi pare un matto anco costui.
124 Rispose Chiaristante: Or torna tosto,
Digli che vengan lui e l’oste a me;
Ma e’ si sarà o fuggito, o nascosto.
Dicea il messaggio: Non fia per mia fe
Fuggito, in modo, ti dico, ha risposto.
Astolfo stava armato e sopra sè,
E disperato va cercando guerra;
E ’ntanto il messo torna dalla terra.
125 E dice: Tu che rispondesti dianzi;
Dice il signor, che l’oste e tu vegnate
A corte presto: avviatevi innanzi:
E vuogli mandar fuor con le granate.
Rispose Astolfo: Acciò che tempo avanzi,
Dì al signor m’aspetti alla cittate,
Se meco vuol provarsi; e digli come,
Se nol sapessi, Galliano ho nome.
126 E ch’io farò forse costargli caro
Questa imbasciata, e vengo ora a trovallo.
Il messo torna con un viso amaro,
E disse: E’ viene a trovarvi a cavallo;
E dice è Gallian, per farti chiaro:
E’ mi faceva paura a guardallo:
E che se voi volete la donzella,
La vuol con voi giostrar sopra la sella.